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giovedì 16 gennaio 2014

Disfiguring The Goddess - Deprive






Year: 2013
Genre: Slam/Butal Death Metal/Technical Deathcore
Label: Decomp Records
Sounds Like: Abominable Putridity, Burning the Masses
Sentence: Deprive is better than cure (8)

Oramai anche il brutal death metal si sta fondendo con i suoni "plasticosi" e triggerati; questo per molti è un punto negativo, e infatti alcune band stanno realmente perdendo personalità ed impatto, affidandosi totalmente ad un missaggio pompatissimo. Si sa che il fattore dell'elettronica, ha fatto fin da gli albori distinguere i Disfiguring the Goddess rispetto ad altre band del genere; ed infatti anche in questo Deprive sarà presente, ma in maniera meno evidente rispetto agli altri lavori. Il fatto che potrebbe spaventarci però, è che un disco targato slam/brutal death suoni a tratti come un disco technical deathcore; questa cosa da un lato allontanerà i fan dei primi lavori, ma dall'altro farà avvicinare i DTG all'ascoltatore moderno. Argon cerca per tutta la durata del disco di far prevalere le urla al growl gutturale, riuscendoci a tratti. Dopo il primo ascolto ho escluso subito che sia un disco slam, perché alla fine ha un'avversione per l'ideale stereotipato di power chords eseguiti col palm-muting. Deprive è strutturato come una sorta di riff alla Suffocation odierni, anziché come una formazione di breakdowns consecutivi. L'album prende un impatto furioso e si fonde con il songwriting coerente di "Circle of Nine", per una serie più equilibrata di scanalature e tremolo picking. Parlando delle tracce, alcune di esse si tengono in piedi da sole, ovvero mi riferisco a "Industrial Quarter" e "Old Man", al contrario di "The Pathway to Everlasting Nothingness", "Deaths Head Mask", la successiva "Home of the Dollmaker" e la title track "Deprive". Quest'ultima una traccia molto breve (neanche 2 minuti) con alternanza efficace di 2 riff che la fanno da padrona. La successiva "Industrial Quarter", come già detto, si potrebbe reggere da sola al di fuori del disco e secondo me, merita un capitolo a parte; riff iniziale molto catchy e poi finale che ti lascia punti interrogativi. Finalmente un pezzo che spicca sugli altri, NON puoi farlo finire in maniera così anonima per Dio! Molti lo hanno criticato per la sua durata (20 minuti circa), e mi esprimo dicendo, che preferisco un album di questo genere non durare mai troppo, dato che potrebbe stufare facilmente. 20 minuti son più accettabili. Se aspettavate la fusione tra "Sleeper" e "Circle of Nine", questa è arrivata e si chiama "Deprive".

-Marco







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