Year: 2013
Genre: Melodic Death Metal
Label: Metal Blade Records
Sounds Like: Amon Amarth
Sentence: Odin would be proud! (7,5)
"Asgård's always been my home
But I'm of different blood
I will overthrow the throne Deceiver!
Deceiver of the gods!"
Queste le parole che urlano i figli di Odino nella title track del loro nuovo e devastante album: Deceiver of The Gods. Sono passati solamente 2 anni da Surtur Rising, eppure i nostri vichinghi svedesi sono tornati con la stessa carica e con un altro ottimo disco.
Le tracce di questo nuovo lavoro sono in puro stile Amon Amarth: riff massicci e corposi, melodie mozzafiato e il ruggito di Johan Hegg che è proprio come il buon vino, invecchiando migliora! Gli assoli, invece, come al solito, sono pochi, ma ben studiati e di grande impatto. Per il resto non ci sono grandi novità per quanto riguarda il songwriting, la formula è sempre la stessa a cui ci hanno abituato i nostri vichinghi da quasi 20 anni e, nonostante il tempo, continua ad emozionare e a colpire l'ascoltatore.
Per quanto riguarda le singole canzoni, sono tutte belle e degne di nota, ma le migliori sono sicuramente: "As Loke Falls", la cui intro è a dir poco da "rasponi a du mani" ( come direbbe il buon Dario Moccia ), una canzone veramente possente ed emozionante allo stesso tempo, con melodie che colpiscono direttamente al cuore come solo gli Amon Amarth sanno fare; la successiva "Father of the Wolf", con un intro vagamente roccheggiante e con dei riff altrettanto emozionanti e cazzuti allo stesso tempo. Ora però io mi trovo in difficoltà ragazzuoli ... e vi starete chiedendo: "e come mai?" Beh, da questa canzone in poi le altre mi sono piaciute praticamente TUTTE, sono una meglio dell'altra, tracks come "Shape Shifter", "Blood Eagle", "Under Siege", "We Shall Destroy" ( una delle più belle, anche da suonare ) ... L'unica che mi ha fatto storcere il naso è stata "Hel", ovvero la traccia dove fa la sua comparsa Messiah Marcolin, il vecchio cantante dei Candlemass. Ora chiariamoci, non è la canzone in sé a non essermi piaciuta ( anche perché il guitar work è praticamente perfetto anche qua ), ma la combinazione fra la voce di Hegg e quella di Marcolin, infatti, secondo me, doveva essere studiata meglio. A parte questo, anche le ultime canzoni, "Coming of the Tide" e "Warriors of the North", sono a dir poco ottime, esattamente come le precedenti.
Quindi, questo album non mi ha deluso per nulla, anzi! E' veramente un ottimo disco, che, tuttavia, ha un difetto per il quale non posso dargli 8 ... Credo che lo sappiate tutti, il problema di questo album ( come per tutti gli altri degli Amon Amarth ) è la mancanza di originalità, appunto perché le canzoni, benché siano stupende, hanno una struttura praticamente uguale, con dei riff e delle melodie che sembrano già sentite. Ma alla fine, tralasciando questo difetto, il disco è bellissimo e molto piacevole da ascoltare, lo consiglio caldamente a tutti coloro che hanno un animo vichingo e che, ovviamente, sono fan di questo gruppo.
-Alessio