Year: 2013
Label: Season Of Mist
Genere: Technical Death Metal
Sounds Like: /
Sentence: Enormous (9)
Dopo l'uscita dello spettacolare "From Wisdom to Hate", dodici anni fa, nessuno pensava in un ritorno sulle scene dei mitici Gorguts, band ormai di culto nel panorama death metal, frutto della geniale mente di Luc Lemay, visionario e geniale mastermind della band, che per questa uscita recluta: Colin Marston (Behold The Arctopus, Dysrhythmia, Krallice) al basso, John Longstreth (Origin) alla batteria e Kevin Hufnagel (Dysrhythmia, Vaura) alla seconda chitarra. Se abbiamo amato la malata atmosfera di "Obscura" o di "From Wisdom to Hate", con il nuovo "Colored Sands" troviamo pane per i nostri denti fin dalla prima spettacolare traccia, "Le Toit Du Monde", che mette subito in chiaro la linea dell'album, in cui freddezza magnetica e atmosfere claustrofobiche la fanno da padrone. Subito dopo, "Ocean of Wisdom" un altro pezzo molto interessante e accattivante, in cui il combo non fatica a mettere in luce le proprie abilità tecniche; splendido il riff di apertura. Ora mi soffermerò un po di più su quello che è il mio pezzo preferito del disco e, tra l'altro, il singolo di lancio dell'album ovvero "Forgotten Arrows", esagerata in tutto. Melodie e riff mastodontici sono inseriti perfettamente nel pezzo e il growl animalesco di Lemay non lascia scampo a nessuno. Basso e batteria creano un portentoso muro ritmico e le chitarre danno vita ad atmosfere glaciali, che terminano in un finale inaspettato ma gradevolissimo tutto di synth. La title track è un altra canzone che difficilmente dimenticherò, dall'intro cupo e magnetico che sfocia in quello che è, a mio parere il miglior riff del disco. "Battle of Chamdo" è un intermezzo molto interessante, anche questo, completamente suonato al synth. Subito dopo riprendono le bordate come "Enemies Of Compassion" e "Ember's Voice", che tengono altissimo il livello di adrenalina. Molto ricercata e notevole è anche l'avvincente "Absconders", un mid-tempo ricco di particolari, da ascoltare un'infinità di volte. La conclusione del disco è lasciata a "Reduced to Silence" un altro pezzo in equilibrio tra parti brutali e parti melodiche.
A mio modestissimo parere, questo disco è il migliore uscito quest'anno: volevamo un capolavoro? I maestri ce l'hanno sfornato, mostrandoci che anche le band "anziane" hanno ancora la capacità di fare scuola e far scatenare tutti coloro che avranno il coraggio di affrontare "Colored Sands".
-Niccolò Silvi
Nessun commento:
Posta un commento