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martedì 27 agosto 2013

Carcass - Surgical Steel






Year: 2013
Genre: Melodic Death Metal
Label: Nuclear Blast
Sounds Like: Carcass
Sentence: Surgical work (6,5)

Per prima cosa, il solo fatto che i Carcass sono tornati, ben 17 anni dopo "Swansong", deve allarmarci! Una band che ha sempre presentato elementi death vecchia scuola uniti al grind; cosa mai può proporci in un questo moderno e sempre più esigente 2013? La risposta è appunto "Surgical Steel", un lavoro che non stravolge in nessun modo lo stile carcassiano e oltre ciò, riprende in parte al capolavoro assoluto "Heartwork". Che questa sia una proposta per non deludere i fans più sfegatati, in modo da giocare la carta sicura del non fallimento, ma quella della fiducia assicurata da parte della critica. Ok, questo è quello che credevano Walker e company, ma è realmente andata così? Lo scoprirete più avanti.

Intanto se volete sapere cosa penso delle reunion bands andate a 2.02.


Vorrei spendere due parole sull'artwork prima di passare alle tracce vere e proprie. Esso rende il caso più evidente della tesi: una fusione degli strumenti usati nella chirurgia con l'estetica grigia della cover di Heartwork, che rappresenta le loro tendenze grind mischiate al pulito e classico death metal melodico che li ha fatti diventare una delle band pioniere del genere. Però gli strumenti chirurgici nuovi, ci dovrebbero far pensare a musica nuova, anche se in parte (o forse nel complesso), non è così. Passiamo ad analizzare le tracce, perché finché non capirete come esse sono realmente, arrivati a questo punto potreste già darmi del pazzo. Si parte con l'anno della nascita "1985", una spolverata di poco più di un minuto, in cui si comincia subito a respirare l'aria carcassiana che ormai mancava da un po'. E da questa intro tranquilla e misteriosa, veniamo subito catturati, da ciò che i Carcass sono in realtà. Performance vocale di Jeff veramente notevole, con grancassa e chitarre a velocità allucinante ed assolo che prende la scena a metà song. Ancora non è niente. Andando avanti, il martellare difficilmente cede, con brani come "Cadaver Pouch Conveyor System" e "A Congealed Clot of Blood" come se i Carcass vogliono riguadagnarsi il tempo perso donando ai fans delle canzoni apprezzabili da risultare catchy.  Grazie a brani come "The Master Butcher’s Apron", "316 L Grade Surgical Steel", "Captive Bolt Pistol" e "Noncompliance to ASTM F 899-12 Standard", veniamo ributtati nel passato, con atonali, picking a mitragliatrice, mid-tempo, virtuosismi armonici, rimandi ad Heartwork e gli (forse) abusati assoli. "The Granulating Dark Satanic Mills", titolo a parte, risulta essere uno dei brani più piacevoli, anche qui assolo snervante sempre ed inesorabilmente presente. "Unfit For Human Consumption" tutto sommato, una traccia passabile con del riffing che a tratti funge thrashy. Il disco si conclude con "Mount of Execution", brano che argina l'assalto con un' acustica intro silenziosa; preambolo che lascia il posto ad un potente mid-tempo che cementa tutto ciò che è venuto prima. Gli attrezzi da chirurgia sono sterilizzati, ma l'idea che questo sia un disco fatto tanto per fare, tanto per riassaporare il successo che anni fa li distingueva dagli altri gruppi, rimane una soluzione più che possibile. Ma alla fine parliamo dei Carcass cazzo, dei CARCASS! Per cui, se non siete rompiballe come me e a prescindere dal disco, supportate prima di tutto la band e solo dopo l'album (cosa sbagliatissima!), dovete dedicargli almeno un ascolto.

-Marco










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