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lunedì 16 settembre 2013

Blood Rapture - Bound to Hate






Year: 2013
Genre: Brutal Death Metal/Grindcore
Label: Independent
Sounds Like: Dying Fetus, Misery Index, Flesh Consumed
Sentence: This aren't flow (6)

Da Puerto Rico ecco i Blood Rapture, che dopo aver rilasciato una demo ed un'ep, ritornano fieri e sicuri di aver guadagnato abbastanza esperienza, con il primo full-length "Bound to Hate": 11 brani all'insegna del brutal death metal più sfrenato e marcio. Oltre ai 5 brani che trovavamo nell'ep e nella demo, vale a dire: "HellGates Awaits", "The Final Decapitation", "Choices", "What You Made Me Become" e "In the Jaws of Death", troviamo altri 6 brani, tra cui uno, "Into the Gates of Suffering" instumental con voci horrorifice; cosa insolita per un album brutal death posizionare questa traccia alla sesta posizione, dato che siamo ormai abituati (e anche stufi) di sentire una traccia come questa come prima posizione, ovvero come intro: mossa azzeccata. Francamente non si sente molta differenza dai brani vecchi a quelli nuovi, dato che il livello di originalità scarseggia in entrambi i casi. Anche se questo non è assolutamente un disco che vuole lasciare il segno o che voglia essere originale, tutt'altro. Questo "Bound to Hate" è il classico disco che, prima di tutto se lo deve sentire uno che sa mangiare merda (in senso buono) e che non è che gli importa tanto di che tipo di merda stiamo parlando; perché solo così lo si potrà apprezzare. Vocal che ricorda a tratti il gutturale di John Gallagher, guitar-playing marcissimo e non troppo pulito nel macinare riff mentre la batteria esegue ritmi serrati e non decolla in blast sfrenati, cosa che mi ha deluso un po', infatti dovremmo accontentarci solo dell'utilizzo di doppio pedale, che fa rimanare tutto sull'old school. Una cosa che non ti aspetti è il finale di "Obliverate the Weak", non vi spoilero niente, andate a sentire, invece una cosa che ti aspetti e che ti fa storcere il naso è l'inizio di "The Final Decapitation" con le fottutissime voci ad aprire. Anche se arrivati a questo punto non possiamo negare che alcune  variazione nel sound ci sono e anche se alcune non sono il top, per spezzare vanno comunque bene. La presenza di filler è scontata, infatti volevano fare un album che durasse più dei 30 minuti classici, inserendo alcuni brani con partiture scontate come "The Final Decapitation", "The Reaper" e "What You Made Me Become", brani che se evitati, nessuno se ne sarebbe accorto. Ultima cosa da dire, che mi è saltata all'occhio in maniera clamorosa, è la fornitura di ritmi thrashy da parte della batteria, che a volte fa sembrare il disco decisamente più thrash che death, se non fosse per la voce. Arrivati alle conclusioni direi che questi portoricani potevano sicuramente fare di meglio, sono uno che è abituato ad ascoltare certe sonorità, quindi non ditemi che è un disco che va apprezzato per la sua grezzaggine e ignoranza, perché si ok è vero, ma elementi come quelli già citati ti fanno riflettere e magari cambiare opinione, anche perché non è che scorra benissimo il tutto. Ultima cosa, per il sounds like NON considerate la batteria, perché altrimenti quest'album assomiglierebbe ad un qualsiasi disco degli Slayer.
p.s. Ringrazio la band per avermi fornito tutto il materiale necessario.

-Marco





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