Per l'invio di EP, demo o full-length contattatemi a questo indirizzo: marco-gattini@hotmail.it

venerdì 20 settembre 2013

Hate Force One – Waves of Destruction






Year: 2013
Genre: Death/ Thrash/Hardcore
Label: Brett Hard Records
Sounds Like: Discharge/Vektor
Sentence: Very bad (5)

Come molti recensori, oltre me, hanno constatato che il thrash negli ultimi anni è stato protagonista di un deciso ritorno agli antichi fasti prevalentemente in ambito underground, con alcuni gruppi storici che ormai riescono a malapena a sfornare album che accontentano ma non lasciano il segno, o altri che ormai hanno ben poco da dire. Ed ecco così band giovani come Sanity's Rage, Commando, Woslom, Havok, Vektor ed altre che emulano il sound della Bay Area degli anni '80 aggiungendoci il più delle volte spunti interessanti ed originali (questo vale sopratutto per gli ultimi due gruppi citati). E' proprio in questo contesto appena descritto che cercano di muoversi gli Hate Force One, quintetto tedesco di Geseke attivo dal 2008, che arriva al traguardo del debutto quest'anno con il loro “Waves of Destruction”. La loro proposta è quella di un death/thrash con spunti hardcore alla Discharge, riuscendo a creare un sound nel complesso personale ed interessante...se non fosse per la moltitudine di difetti che presenta. Primo fra tutti le vocals del cantante Alex Riekotter in stile deathcore, dannatamente simili a quelle di Matt McGachy dei Cryptopsy in “The Unspoken King”, che stonano con il sound del gruppo (se non altro ha evitato la voce in pulito e gli scream); il secondo è una generale mancanza di fantasia nelle composizioni dell'album (su di tutte la traccia Death Roll), che hanno tutte lo stesso solito giro “riff-strofa-ritornello-riff-strofa-ritornello-assolo-riff”; non che sia grave ma mi ha dato parecchio fastidio non sentire almeno una canzone con un elemento distintivo. Altro difetto non trascurabile è la mancanza di pura tecnica: non pretendo mica di sentire un disco in stile Vektor con una miriade di assoli e virtuosismi, però quantomeno uno si aspetta un po' di tecnica...e invece no: molti riff sono facili e anche ripetitivi; un vero peccato, perché canzoni come “The Jocker”, “Modern Warfare” o la title track risultano avere un discreto potenziale di quello che il gruppo sa offrire. Proprio un peccato, mi spiace ma ve lo sconsiglio apertamente.

-Lorenzo Tagliatesta


Nessun commento:

Posta un commento