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martedì 5 novembre 2013

Rivers of Nihil - The Conscious Seed of Light






Year: 2013
Genre: Technical Death Metal
Label: Metal Blade Records
Sounds Like: Decrepit Birth, Spawn of Possession
Sentence: Djent meets Tech Death Metal (7)

Dopo due ep un po' anonimi, fanno l'album e la Metal Blade Records li ingaggia. Ecco come si potrebbe riassumere la storia dei Rivers of Nihil nella maniera più breve possibile. Ebbene sì, ecco tornare il quintetto americano, con questo full pronto a spazzare via le foglie dagli alberi, senza che ci pensi l'autunno; ma un basso super droppato, due 7 corde, una più che sufficiente tecnica e un po' di tamarrosità, basteranno?

C'è da dire che l'originalità non spicca in questo "The Conscious Seed of the Light", dato che abbiamo dalle prime tracce dei rimandi a titani del technical come Spawn of Possession, Decrepith Birth, Beyond Creation e robe simili, per cui se  volevate (come il sottoscritto) trovare qualcosa di nuovo, o almeno insolito in questo disco, beh ve lo potete scordare fin da subito; salvo gli accenni di djent che però sono un po' poco per identificare e segnare un album. Questo però non significa affatto che è un pessimo disco anzi, gode di un'ottima produzione, di un'eccellente qualità e di alcune tracce veramente ben fatte. Ed inizierei appunto citandole, dato che le altre non mi hanno fatto ne caldo ne freddo, ma soprattutto mi hanno quasi annoiato, dato che mi sembrava di ascoltare i gruppi prima citati. Sicuramente la fighissima intro "Terrestria I: Thaw" fatta in tremolo picking, mentre si crea un'atmosfera veramente cupa, quasi da blackened death metal: uno splendore, che verso la fine apre alla miglior, senza dubbio, traccia del disco. E non a caso è proprio quella che avevano rilasciato prima dell'uscita dell'album; ma guarda tu il fato. Ovviamente stiamo parlando di "Rain Eater", una traccia "completa" sotto tutti i punti di vista, non tanto classificabile come technical death metal, ma più come blackened death metal, dato che sono presenti molti riff lenti a spezzare, note alte sempre plettrate dal tremolo picking e non mancano neanche accenni di djent e rimandi agli Immolation quasi alla fine: che dire, la traccia perfetta. E a questo punto non puoi che dire "Cazzo che disco!", "Se continua su questa scia lo reputo il miglior album tech dell'anno" e cose così. Ma dopo la terza traccia, "Birth of the Omnisavior", già si spegne almeno il 50% di entusiasmo che ti circondava fino a pochi minuti fa. Ma va beh, una traccia che non è a livelli della precedente è più che lecita, anche se tutto sommato non è male; segue in parte la precedente per alcuni aspetti, ma differenzia per un aumento e una durata di velocità portato a livelli davvero estremi. La successiva "Soil & Seed" è viziata forse, da una durata troppo eccessiva; nel senso che se mi vuoi fare una canzone che duri più della straordinaria "Rain Eater", mi devi fare una canzone con i contro cazzi come è essa o addirittura una migliore (ok chiedo troppo). Ma nel complesso mi sono piaciute le atmosfere blackened e la voce di Jake che diventa quasi come quella di Nergal, ma come ripeto, durata eccessiva. In "Central Antheneum" c'è uno stacco arrivati a metà, dove possiamo riassaporare le atmosfere buie e cupe della intro, seppur per poco tempo. E già a questo punto il tuo parere, da quello precedente, passa a "Beh forse prima ero troppo eccitato, devo tornare con i piedi per terra". Le seguenti 3 tracce, "Mechanical Trees", "Place of Serpents" e "Human Adaptation" sono senza dubbio le più incazzate dell'album. E dopo averle ascoltate, mi sono incazzato e non poco. Ma dico io, perché cazzo dovete buttarvi nella massa andando a 3000 di metronomo dopo aver sfornato brani dalle atmosfere blackened veramente ben fatte? Risposta: perché alla fine è un disco technical death metal e la velocità è tutto. Che lo vogliate o no, se continuavano il disco da "Central Antheneum" in poi facendo tutte tracce su quella linea, il disco non era più tech death, ma diventava blackened. Perché lo sto dicendo? Perché sarebbe stato molto meglio, dato che quelle tracce sembra non c'entrino un cazzo con il resto! Ma non importa, andiamo avanti. Anche la successiva "A Fertile Altar" è una traccia molto veloce, anche se alla fine ha dei rallentamenti che aprono a uno dei riff tech più ganzi di tutto l'album, motivo per cui non l'ho messa insieme alle altre 3. E a chiudere questo "discutibile" album, abbiamo "Airless", e il titolo dice tutto su come mi sento in questo momento...tornando a noi, una buonissima traccia per chiudere, con cambi di tempo veramente inaspettati e un'atmosfera a chiudere veramente intensa. Mi viene quasi da pensare che quei 3 brani, siano fillers o fatti tanto per fare...va beh forse esagero. Fatto sta, che se il voto è basso dipende in gran parte dai quei 3 pezzi, e da una mancanza di originalità e uno scopiazzamento eccessivo a tratti. Un disco moderno che racchiude molto di questi anni, ma molto che non hanno fatto i Rivers of Nihil, ma i titani dei generi che compaiono in questo "The Conscious Seed of Light".

-Marco





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