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venerdì 26 aprile 2013

Guttural Secrete - Nourish The Spoil





Year: 2013
Genre: Brutal Death Metal/Slam/Grindcore
Label: Brutal Bands
Sounds like: Devourment, Suffocation(old), Vulvectomy
Sentence: So brutal! (8)

Per un amante del Brutal Death Metal/Slam i Guttural Secrete sono un sinonimo di sicurezza, ed ecco che da Las Vegas con furore partoriscono il loro secondo album "Nourish The Spoil". Subito salta all'occhio la copertina, normale per gli amanti del gore/splatter ignorante e inguardabile per il resto del mondo. Ad un primo ascolto può sembrare tutto uguale, solita voce da cookie monster sotto anabulizzanti, batteria che trivella il cervello dall'inizio alla fine, basso distorto fino a livelli inconcepibili e chitarra con un'accordatura talmente bassa, che fa dire alle corde "quasi quasi me ne torno nella bustina al calduccio" E INVECE NO. Il sound presenta una tecnica ignorante; di slam monotono quà non ce n'è, roba da intenditori si fa per dire; l'album si apre con "Inhaling Corpulency" che si presenta con una intro presa da chissà quale pellicola cinematografica sperduta, dove si parla di stupri e roba analoga per diversi secondi, per poi esplodere in un'universo di riff intricati evitando i classici "zero" della sesta corda da gruppo semi-broodal, ma al contrario, dimostrando che la tastiera della chitarra, forse più di un tasto ce l'ha. Continui cambio di tempi da parte della batteria che ci fanno dondolare la testa come se fossimo un gruppo di piccioni ubriachi. "Stainless Conception": eiaculazione in 3:10 proprio come in un film a luci rosse con un'inizio violento e brutale degno di "Brazzers" (dai non posso essere l'unico a conoscerlo) per poi rallentare verso la parte finale, quà la batteria (sopratutto la grancassa) domina sparandoci un simpatico tappetto che ci mitraglia l'orecchio e che passa direttamente dalla quinta alla prima senza nemmeno scalare. A seguire abbiamo "Serrated Impurities" pezzo che suonato live non lascia sopravvissuti, quà i limiti di velocità non ci sono, le voci gutturali del sig. Jeremiah Blue Jensen non perdonano abusando di pig squeals e guttural growl a manetta!(John Gallagher ne andrebbe fiero) Quà la chitarra sale e scende fischiettando pure lei e dando la sua sporca e putrida figura. La title track dell'album, come ogni title track che si rispetti è la più catchy di tutto il disco: continui cambi di tempi da far implodere la testa all'ascoltatore inesperto, abuso di gravity blast (vi sfido a non schiaffeggiare l'aria al primo ascolto) forse un po' troppo caotica, ma alla fine è Brutal Death che ci posso fare! Inoltre le alternanze di breakdown e blast beat vi faranno venire il torcicollo che è una meraviglia. "Deadened Prior To Coitus" vi sorprenderà: un arpeggio di chitarra e basso così oscuro (addirittura semi melodico attenzione!) seguito da un tappetto di doppia cassa che vi manderà al settimo girone dell'inferno. Chitarre che ricordano i Cannibal Corpse di "Bloodthirst" con riff macina sassi che vi corrodono l'anima fino a ritornare all'arpeggio iniziale condito con grugniti da far invidia ad un cinghiale selvatico. "Copropholic Asphyxia" è una poesia volgare che si sposa perfettamente con il seguito della canzone, molto slam con piccole ma essenziali mitragliate che  non vi faranno pentire l'ascolto, con una struttura ormai abusata da molti altri gruppi slam/grind. "Truncation Engagement": la penultima di questo album, è all'insegna della necrofilia e della coprofagia, argomenti must di questo sottogenere malsano. Questa a differenza delle altre è 100% brutal: nessun breakdown, dall'inizio alla fine, si viaggia a 666km/h e si arriva a destinazione senza orecchie. "Voyeuristic Engament" dovrebbe essere illegale da suonare in live, il trionfo del male e del putridume made in USA, questa massiccia massa di riff da pestaggio vi istigheranno a istinti omicidi di non poco conto (se proprio ve la dovete ascoltare è meglio farlo da soli, quà le coltellate volano come i piccioni a Milano). Ed eccoci all'ultima tappa di questo viaggio malsano all'insegna di tutte queste sopracitate argomentazioni: "Clotting The Vacant Stare" che vi darà l'idea di come il gruppo si sia evoluto tecnicamente con un interludio acustico alla "Vital Remains" (Dave Suzuki ci manchi molto) ma ovviamente di assoli neomelodici quà nemmeno l'idea, si sprofonda in un break down sotto steroidi che vi catapulterà in ambienti ospedalieri claustrofobici circondati da chissà quanti psicopatici. Sorpresina della canzone è l'atmosfera triste che racchiude questa traccia raccontata da grugniti incomprensibili che piano piano si affievoliscono chiudendo con pezzo di musica classica, sì avete capito bene, musica classica! E dopo questa notizia flash, miei cari spettatori, buona notte e buone botte.


-Billy Repalam



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