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venerdì 5 aprile 2013

XCIII - Like a Friend in a Cloud






Year: 2013
Genre: Death/Doom Metal
Label: Naturmacht Productions
Sounds Like: My Dying Bride, Cult Of Luna, Opeth
Sentence: Classic but good (7,5)

A distanza di 3 anni dall'Ep d'esordio, i tedeschi XCIII ci propongono il loro primo full-length; 48 minuti di puro Death-Melodic e Doom metal. Comincerei col dire che il lavoro è di ottima produzione, anni luce avanti all' Ep che era molto più grezzo. Ma non perdiamoci in chiacchiere, ed analizziamo la tracklist di questo oscuro e viscerale disco dal titolo "Like a Friend in a Cloud". Ad aprire la danza macabra dei XCIII si presenta un inquietante e desolante traccia di pianoforte, dal nome "Rèverie Nocturne" (tra l'altro mi ha sorpreso molto perché pensavo sprofondasse dopo una manciata di secondi, nei ritmi più infernali) che si presta come un vero e proprio cerimoniale per seguire la seconda traccia "Bal Macabre", che incombe con le sue minacciose campane  e si presenta come una processione di individui senza volto. Già da questa traccia si carpiscono le influenze di band Death-Doom come "My Dying Bride" e soci. Per quanto riguarda le tastiere, queste hanno un'impronta più epic-metal stile Nightwish, invece è molto adeguato l'uso del doppio pedale (di cui molte band dello stesso genere ne abusano parecchio). Poi veniamo proiettati alla terza struggente traccia dal titolo "Hibernal Sadness" e quà come ingredienti troviamo gli stessi della seconda traccia ma con una spolverata Death/Black in più e con un riferimento doveroso ai Children Of Boodom (quando non vanno a 170 bpm) e Cradle Of Filth (quando l'ulcera di Dany si fà sentire meno). "Featheress", la quarta traccia, che si apre con una intro seguita dall'immancabile piano come nella prima traccia ci propone melodie varie che stonano a tratti con il sound complessivo. La quinta traccia, pseudo post-rock "Autumns Call Abile" è la scelta di mezzo, molto azzeccata secondo me dato che ci regala molta orecchiabilità, proprio quando il disco stava diventando una mazzata! Tra rumori di pioggia e di natura boschiva, arriva "Perpetual Place" la sesta traccia che sembra omaggiare in tutto e per tutto a Mikael Åkerfeldt ed a i suoi Opeth ed subito dopo troviamo "Bal Macabre-Epilogue", cioè l'epilogo di "Bal Macabre" che potevano anche risparmiare, ma tralasciamo. Cosicché arriviamo all'ultimo brano, la title track che omaggia sempre agli Opeth ma in maniera più cattiva e onirica di "Perpetual Place". Passando alle conclusioni; se vi piace il genere potreste trovarlo molto piacevole, ma l'ascolto integrale risulta pesante già alla quinta traccia e di nuovo alla settima traccia, mentre di Doom c'è veramente poco e niente; tastiere monotone, chitarra troppo moderna e dietro le quinte e basso che risulta impercettibile, cosa che in un album che presenta il Doom come genere, non dovrebbe neanche esistere.

-Pootchie




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